Le nuove normative e l’aumento del grado di competenza finanziaria del cliente spingono i player verso modelli di consulenza più evoluti
PRIVATE BANKING
L’Italia del private banking continua a crescere. Nel 2010, le masse si sono attestate a 421 miliardi di euro, facendo segnare un incremento del 6,8 per cento. Nonostante, i buoni risultati, comunque, il sistema va ripensato, o meglio migliorato, e l’offerta di servizi e prodotti va adeguata a una clientela sempre più sofisticata. Tant’è che in occasione del Milano Making Tomorrow, la tavola rotonda organizzata mercoledì 22 giugno da Aipb e dedicata agli operatori del settore, Dario Prunotto, presidente di Aipb, e Marco Tofanelli, direttore generale di Assoreti, hanno voluto trasmettere alcuni messaggi chiave ai 300 professionisti presenti (tra private banker e promotori): «In primis, un invito a percepire le ultime novità regolamentari e quelle in arrivo, quali Mifid II e Solvency 3, come un’opportunità per offrire ai propri clienti un servizio migliore e prodotti a loro adeguati – spiega a B&F Bruno Zanaboni, segretario generale Aipb – E poi la necessità di un affiancamento costante al cliente, affinché ciò che dichiara e ciò che sceglie effettivamente siano coerenti tra di loro». D’altronde quello di oggi è un cliente più evoluto. E le private bank devono adeguarsi, anche in vista delle nuove normative. Indubbiamente la Mifid, con i relativi regolamenti attuativi italiani emanati dalla Consob, ha reso la consulenza agli investimenti un mestiere davvero difficile. E a questo si è aggiunto un aumento del grado di competenza finanziaria dei clienti, che a mio dire è solo un bene, visto che riduce quell’asimmetria informativa da sempre fardello del settore. Comunque, l’effetto congiunto di questi fattori ha imposto, e sta imponendo tuttora, la necessità di ripensare il sistema dell’offerta. E Come sta cambiando l’offerta? I principali player di mercato stanno preparando nuovi modelli di servizio, riconsiderando i processi organizzativi, preparando nuovi contratti, certificando la gamma d’offerta e rinnovando i sistemi informatici. L’offerta sta mostrando il desiderio di voler presentare una nuova visione progettuale e sostenibile, per non correre il rischio che la consulenza arrivi all’investitore svuotata di significati sostanziali. L’analisi Aipb dei modelli di consulenza, ha monitorato l’avanzamento dei lavori negli ultimi 12 mesi, portando all’identificazione di 39 modelli di servizio differenti, di cui 22 già avviati e 17 in fase di ultimazione; ma proprio questi ultimi rappresentano i modelli più evoluti, con contenuti maggiori che richiedono un’ingegnerizzazione dei processi più articolata. Quali sono stati i principali driver di crescita del 2010? Sicuramente lo scudo fiscale, in quanto ha permesso alle banche private di ritornare ai valore precrisi in termini di asset totali gestiti a fine 2010. Ma oggi è un ricordo lontano, perché nel frattempo sui mercati e nel mondo è successo di tutto, con l’attenzione che è stata tutta concentrata soprattutto sulla protezione degli asset e il contenimento del rischio di portafoglio.